Pratico lo Yoga ormai da molti anni, si può dire che la pratica mi accompagna da più di metà della mia vita; ci sono state delle pause agli inizi e dei cambiamenti di Scuola e di insegnanti, fino a quando ho iniziato a praticare nella tradizione che si ispira al concetto di Viniyoga, lo Yoga del Cuore. E’ stato come tornare a casa, come se tutto finalmente si svelasse, non la meta, ma la strada; non la forma ma la sostanza. È un approdo, un porto di transito nella scoperta del proprio sé.
C’è un rituale antico nella pratica delle asana, suadente per l’anima, una melodia interiore che si installa nel momento del respiro e si sviluppa con un crescendo di esperienze intime e profonde. Il corpo, il tappetino, il respiro e il battito del cuore diventano perciò un luogo unico ed osmotico, senza tempo né spazio. Un’esperienza fortemente spirituale, non necessariamente fideistica, ma di scoperta e di rivelazione, tanto più chiara e comprensibile se si viene da pratiche yogiche diverse.
Il respiro, questo grande amico e maestro, questo meraviglioso soffio vitale che ha fatto del nulla la vita stessa e che, all'interno del percorso Viniyoga assume una sua precisa e naturale identità. Il ritmo lento, marcatamente lento, ci riporta all’inizio di tutto, ad una dimensione, oserei dire, planetaria, ma anche un contatto intimo e pacificante con la parte più profonda di noi stessi. Una pratica di questo tipo diventa di per se un’esperienza di vita. E’ un modo diverso di stare al mondo. Un’integrazione energetica con se stessi, con i compagni di tappetino, con l'insegnante e con tutto il creato.
Se mi si chiedesse di riassumere la mia attuale esperienza nello Yoga in una parola, direi GRATITUDINE, perché mi ha insegnato che l’empatia può non avere limiti, che occorre cominciare ad amare quello che abbiamo a partire da ciò che siamo sul tappetino e fuori; che la gioia e la serenità sono strettamente legate al sentirsi parte di un’unica grande onda di amore e che se restiamo con fiducia e fede ancorati al nostro luogo del cuore saremo sempre al sicuro. In ogni caso e nonostante tutto.
Valeria Abramo, Catania